“NÌGURI”, o neri che dir si voglia

20 dicembre 2010 ·

“Nìguri” è il termine usato per indicare “neri” nel dialetto calabrese.
Ed è il titolo del documentario, uscito nel 2009, che mostra le reazioni del piccolo paese di Sant’Anna, nel crotonese, nel momento in cui gli abitanti si trovano a dover usare questa parola molto più frequentemente di quanto non si aspettassero.
Ma non solo le voci dei residenti.
Anche le storie e le volontà degli stessi “nìguri”, bloccati per mesi in un vero e proprio limbo costruito dallo Stato italiano.

locandina del film "Niguri"
Sant’Anna è sede di uno dei sette Centri di Accoglienza che troviamo in territorio italiano. Come possiamo leggere sul sito del Ministero dell’Interno , essi “sono strutture destinate a garantire un primo soccorso allo straniero irregolare rintracciato sul territorio nazionale. L’accoglienza nel centro è limitata al tempo strettamente necessario per stabilire l'identità e la legittimità della sua permanenza sul territorio o per disporne l'allontanamento”.
Dal documentario apprendiamo che questi immigrati aspettano anche tre o quattro mesi il foglio di carta che deciderà il loro futuro. Può sancire la possibilità di rimanere in Italia, oppure l’espulsione dal CPA e l’obbligo di lasciare il Paese entro cinque giorni dal rilascio del documento.
In sostanza la loro definitiva condizione di  irregolarità nel territorio italiano.

Quello che vediamo è una realtà desolata fatta di uomini e donne che impiegano il loro tempo a girovagare per le strade, a bere in casolari abbandonati e a prostituirsi.
Per la normativa vigente, hanno la possibilità di uscire dal Centro dalle otto della mattina alle otto di sera, ma non quella di dedicarsi a qualsivoglia attività lavorativa.
Gli immigrati intervistati se ne vogliono andare, chiedono il loro riconoscimento del “diritto d’asilo” per iniziare una vita vera, anche fuori dall’Italia. Dalle loro parole appare evidente che quella condizione di attesa protratta per mesi non è vita.

Ma il film ci mostra anche le ragioni del paese, circa 500 abitanti che si trovano all’improvviso a convivere con questa realtà degradata. Le voci non risparmiano severe critiche anche alle istituzioni, assenti in un territorio dove invece ne servirebbe una presenza massiccia.

“Nìguri”, equilibrato e ben girato, rappresenta le paure, la diffidenza, la riluttanza ad accogliere il diverso in un paesino della Calabria specchio della situazione odierna italiana. Ma si sofferma anche sull’altra prospettiva, quella degli immigrati, delle loro storie e delle loro speranze.
Il regista è Antonio Martino, bolognese d’adozione, ma cresciuto nello stesso villaggio in cui è ambientato il suo documentario. Con “Nìguri” Antonio Martino vince il Premio Miglior Documentario nel festival “Hai visto mai?”, diretto da Luca Zingaretti, tenutosi nel maggio 2010 a Siena.



M.B.

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