La stessa che oggi viene pagata dai cittadini irlandesi
Un'“orgia creditizia” a cui lo Stato ha dovuto portare soccorso: Martin Wolf ,sul Sole 24, definisce così una delle cause principali della crisi irlandese. Gli interventi che Dublino ha messo in atto per contrastarla si posso riassumere in due punti principali:
- Da un lato, il negoziato del governo dell’isola con la Bce, il Fondo Monetario Internazionale e la Commissione Ue, per un prestito concretizzatosi in 85 miliardi di euro, di cui 35 per salvare le Banche. Il denaro arriverà dal Fondo europeo salva-stati di 750 miliardi creato lo scorso anno per salvare la Grecia.
- Dall’altro una manovra finanziaria correttiva sui conti pubblici, che poggia su tagli alla spesa pubblica e su nuove tasse, per ridurre il deficit (schizzato al 32% del Pil) e riportarlo al 3 %, la soglia prevista dai Trattati Ue.
Con queste manovre, si dovrebbe raggiungere l’obiettivo di abbassare i tassi di interesse dei buoni del tesoro irlandesi (strumento attraverso il quale si finanzia la maggior parte degli Stati) arrivati a soglie troppo alte e non più sostenibili da Dublino.
La principale causa della situazione in cui versa attualmente l’Irlanda, viene individuata da Marcello De Cecco, in un articolo apparso su Repubblica, nelle “fondamenta di argilla” su cui si poggiava il miracolo economico irlandese. Massicce agevolazioni fiscali, diversi trasferimenti di multinazionali per eludere le tasse in patria e un boom edilizio senza regole, incentivato anche da un flusso creditizio libero delle banche. Il tutto sotto gli occhi di Governo e Banca Centrale che “compiaciuti guardavano a quanto stava accadendo tra il plauso di economisti e politici”.
I tassi di interesse bassi degli anni scorsi portarono le Banche irlandesi a concedere prestiti senza troppe garanzie, e quindi il settore privato ad indebitarsi facilmente. Un eccesso di indebitamento però, portò in seguito allo scatenarsi delle vendite e alle turbolenze nei mercati finanziari, scenario della crisi del 2008. Fu allora che il Governo irlandese, per tentare di riportare ordine nei mercati, nel settembre di quell’anno, si offrì di garantire tutti i depositi e le obbligazioni emesse dalle Banche del Paese. dossier link pdf.
Martin Wolf, sempre sul Sole 24 Ore, individua proprio in queste garanzie pubbliche sulle Banche e, inoltre, sul disavanzo causato dalla nuova austerità del settore pubblico, l’esplosione del debito di Dublino e i conseguenti tassi d’interesse altissimi richiesti dai mercati per acquistare i Titoli di Stato irlandesi.
Sullo sfondo delle grandi vicende economiche dell’ “ex Tigre Celtica”, ritroviamo i cittadini irlandesi, preoccupati ed arrabbiati per il piano di austerità realizzato dal governo irlandese di Brian Cowen per ottenere l’aiuto finanziario dall’Ue. In 50.000 si sono ritrovati a manifestare il 27 novembre contro misure che, secondo i sindacati, colpiscono i cittadini più deboli e i lavoratori, non toccando minimamente banchieri e industriali.
“Vi e’ una via più’ giusta e migliore”
“Si salvano le banche, non l’Irlanda”
Dalla folla si scorgevano questi cartelli.
Di lì a poco si sarebbe raggiunto l’accordo da 35 miliardi per il salvataggio delle Banche.
M.B.
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