A causa della controversa maratorna tra Skopje e Atene, la Macedonia non solo è bloccata nel suo processo di integrazione euro-atlantica, ma deve anche fronteggiare seri ostacoli nel regime di esportazione. I produttori di vino sono sempre più sotto pressione a causa dell’utilizzo pacifico dei prodotti a marchio d’origine – Macedonia. I viticoltori della Macedonia, infatti, non possono esportare i loro prodotti verso i Paesi dell’Unione Europea se l’origine geografica riportata sul prodotto risulta essere la Macedonia, ciò accade in quanto nel 1989 la Grecia ha protetto l’aggettivo “macedone”, riferisce Deutche Welle. Alla fine del 2009 le autorità tedesche hanno scoperto che i supermercati del Paese avevano venduto vino “macedone” e così hanno chiesto il parere della Commissione Europea.
Il Commissariato per l’Agricoltura di Bruxelles, ha confermato che il vino a marchio macedone potrebbe essere importato in Europa solo dalla Grecia, in quanto Atene ne protegge l’origine geografica. Una fonte interna alla Commissione Europea, la quale ha insistito per l’anonimato, ha confermato a Deutche Welle che la decisione presa sarebbe stata più difficile da applicare in futuro. La setssa fonte ha spiegato che uno dei motivo per cui la Macedonia aveva esportato negli ultimi vent’anni il vino “macedone” senza difficoltà nei Paesi dell’Unione Europea, era che molto probabilmente il vino aveva una bassa qualità e quindi nessuno si era curato della sua origine geografica.
Ma dal momento che negli ultimi anni, molte cantine private macedone hanno provato a filtrare nel mercato europeo con del vino di alta qualità, la Grecia questa volta ha reagito in modo molto più duro.
Le autorità macedoni sostengono che si tratti di una nuova campagna di Atene, i cui rappresentanti diplomatici in Germania e in Slovenia, avrebbero chiesto alle autorità competenti in questi Paesi, di vietare la vendita di vino proveniente dalla Macedonia.
Sul fronte politico, la Grecia sta facendo di tutto per bloccare l’adesione della Macedonia alla NATO e all’avvio dei negoziati con l’Unione Europea, Atene e Skopje si scontrano regolarmente sull’utilizzo dell’aggettivo “macedone” e su tutti gli altri campi, dagli eventi sportivi ai marchi di vino.
I produttori di vino della Macedonia temono che tutto ciò avrà effetti disastrosi sulle piccole esportazioni, che in questo settore sono già in profonda crisi. La Macedonia esporta gran parte del suo vino in Germania. Si stima che l’esportazione sia di circa 33 milioni di litri l’anno. Le autorità macedoni stanno ora aspettando di annunciare entro il 31 Dicembre, le Regioni con le indicazioni geografiche protette dal Paese.
“Se la Macedonia non è sulla lista, dopo la scadenza di questo periodo gli importatori dalla Germania non saranno più in grado di dichiarare il vino importato come di vino di origine geograficamente protetta. In questo caso, l’intera esportazione di vino dalla Macedonia in Germania e nell’Unione Europea sarà messo in discussione.” Dice Koko Mocan il capo della Società “Tehometal” di Francoforte, che si occupa del posizionamento dei vini macedoni nel mercato tedesco.
I produttori di vino macedoni, dicono di trovarsi in una posizione disperata e di non sapere come agire nel futuro. Alcuni di loro hanno già iniziato a mettere sulle etichette il riferimento FYRM – ex Repubblica Jugoslava di Macedonia – con la quale la Macedonia è stata ammessa alle Nazioni Uniti, ma essi affermano che questa non potrà essere una soluzione a lungo termine.
Secondo le normative UE, in futuro sulle etichette dovranno esserci le varietà di vitigno o la regione della Macedonia nella quale il vino è prodotto. Me il problema è che in Macedonia né l’origine geografica, nè l’origine regionale del vino è stata protetta, dicono gli esperti. Povardarje, la regione da cui proviene la maggior parte del vino, non è registrata nel Paese e nemmeno all’estero.
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